giovedì 21 ottobre 2010

Avatar, le tre dimensioni di James Cameron (2 febbraio 2010)

Chiariamolo subito: Avatar non è solo un film, Avatar è "anche" un film.
Avatar è fondamentalmente un'esperienza, grazie al 3D, che ha cambiato completamente il modo di vedere il Cinema.
James Cameron questo lo sa benissimo e ha studiato nei minimi dettagli l'uscita del suo "Avatar", kolossal studiato e pensato sin dal 1995, prima ancora dello storico successo di Titanic. Quello che balza subito agli occhi è appunto la magia del 3D che rende lo spettatore più partecipe e più "dentro" il film, il che non è cosa da poco. Un altro pregio di Avatar è che è riuscito a ri-riempire i Cinema di mezzo mondo: non vedevo così tanta gente da i tempi di...Titanic, appunto. 



Il cast poi è di altissimo spessore: Sam Worthington (Terminator Salvation) e Zoë Saldaña (La Maledizione della Prima Luna) sono i protagonisti del film, ma tra gli altri è impossibile non citare la presenza di Sigourney Weaver, amica di Cameron e già attrice nel suo Aliens - Scontro Finale. A livello di sceneggiatura il film di Cameron mostra i suoi punti deboli, alcune battute francamente sono imbarazzanti ed altre avrebbero dovuto avere maggiore spazio (il famoso discorso del protagonista alla "sua" gente doveva forse essere studiato meglio), ma Avatar è un film fatto soprattutto di immagini, sensazioni, emozioni. Avatar è un film per tutti, tanto per i bambini quanto per gli adulti (un'altra caratteristica del cinema di Cameron), una pellicola fatta di ambientazioni favolose, il regista ha infatti creato un vero e proprio mondo (Pandora) con tanto di flora e fauna (Fan Lizard, Thanator...) un lavoro perfetto, maniacale, dove niente è lasciato al caso, ma tutto è straordinariamente al suo giusto posto. Anche la popolazione è studiata nei minimi dettagli: usi, costumi, tradizioni, credenze, per non parlare del linguaggio Na'vi, creato dal professore di linguistica Paul Frommer e utilizzato esclusivamente per questo film. 
Pandora è un mondo dove la popolazione vive in armonia con la natura e gli animali del posto, Pandora è un luogo magico, armonico, un vero e proprio paradiso terrestre, un luogo dove ogni essere vivente, anche il più piccolo, ha la sua dignità e viene rispettato; solo l'Uomo e la sua avidità possono pensare che quel posto sia un inferno pieno di pericoli. E qui parte la "critica sociale" di Cameron (critica sociale presente anche in Titanic) sì, perchè Avatar contiene anche una morale: lo scontro tra culture diverse, l'Uomo che deve distruggere e imporre la sua cultura e il suo pensiero anche a chi non li condivide, la sete di avidità dell'Uomo che vuole conquistare, ad ogni costo, ciò che gli sta intorno, l'assoluta mancanza di rispetto e di sensibilità verso gli "altri" e la loro identità: temi antropologici, temi di cui i nostri libri di Storia sono pieni. Anche in questo caso il regista ha fatto centro, il messaggio che ci lancia il film (non si può e non si deve violare quello che la Natura ha creato) è onorevole, soprattutto in un momento storico del genere (la Cina ha vietato il film, tanto per cambiare), il che non è poco. 



Avatar contiene anche un'intensa critica al capitalismo e al militarismo: mica poco.
L'ultima pellicola di Cameron è una visione pessimista del futuro e dell'Uomo in generale, un Uomo in crisi, un Uomo che ha saccheggiato tutto il possibile nel suo pianeta e che ora vaga per l'Universo in cerca di altri mondi da sfruttare; ancora una volta James Cameron mostra il lato oscuro del futuro e dell'Uomo, come già fatto in Aliens. 

Cos'è quindi Avatar? Avatar è un film da vedere, un film che riempie gli occhi di immagini favolose e la mente di lezioni che non possiamo sottovalutare. 

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