domenica 31 ottobre 2010

La strana coppia - quando il Cinema faceva sognare

"Il suo fantasma girerà per l'appartamento ululando e cucinando, ululando e cucinando..."



Felix e Oscar sono uno strano duo: il primo è un romantico casalingo che si dedica alla pulizia della casa in maniera ossessiva, il secondo è un incallito giocatore d'azzardo che vive nel disordine più totale. 
Entrambi hanno un solo punto in comune: sono divorziati.
Questa è la base del film La strana coppia (The Odd Couple), film del 1968 diretto da Gene Saks
Dopo un matrimonio durato dodici anni il depresso Felix (un grandissimo Jack Lemmon) viene ospitato da Oscar (Walter Matthau), scapolo e divorziato. I due, come avrete potuto capire, sono diversissimi tra loro e infatti i litigi inizieranno subito. Felix ricorda in continuazione la moglie e i suoi figli e passa le giornate a pulire e a cucinare piatti deliziosi. Oscar, abituato al disordine e a mangiare dove e quando capita, perde subito le staffe.
In La Strana Coppia Jack Lemmon è in stato di grazia: nel film il suo protagonista è isterico e fastidioso con le sue allergie e i suoi versi fuori dal comune (la scena nel locale è favolosa).

Walter Matthau non è da meno: il suo protagonista, cinico e casinista, si limita semplicemente a vivere la vita, regalandosi ogni tanto qualche divertimento (una bella ragazza da invitare a casa) ma con Felix tra i piedi ora tutto si fa più difficile.
Insomma La strana coppia è un pellicola superba, un esempio di come dev'essere una commedia: un perfetto mix di situazioni paradossali, spesso incandescenti guidate da attori fenomenali.
I due attori statunitensi saranno sempre ricordati per questa pellicola degna della migliore Commedia Americana. I continui scambi di battute tra Oscar e Felix sono favolosi, per questo una nota di merito va a Neil Simon, autore di un soggetto e di una  sceneggiatura che strizzano l'occhio al miglior Billy Wilder. Simon cuce addosso ai protagonisti delle battute incredibili. 
La regia di Gene Saks e l'infinito talento di Jack Lemmon e Walter Matthau fanno il resto. 


La strana coppia è un film fondamentale per il Cinema Americano, nonostante in Italia sia poco conosciuto; uscito nel 1968 il film non farà che confermare la bravura di Lemmon e Matthau. I due attori lavoreranno ancora insieme nelle commedie Prima Pagina del 1974 e Buddy Buddy del 1981, pellicole entrambe dirette proprio da Billy Wilder. 
Negli anni Novanta saranno protagonisti in Due Irresistibili Brontoloni (1993) e in Due Improbabili Seduttori (1995).
Nel 1998 esce invece La Strana Coppia 2, con una nuova sceneggiatura di Neil Simon. 
Ancora oggi La strana coppia resta un film con un fascino immutato, una pellicola da dieci e lode. 

giovedì 28 ottobre 2010

Festival del Cinema di Roma 2010

 


Parte oggi, giovedì 28 Ottobre 2010, la quinta edizione del festival del Cinema di Roma. Il festival, negli anni passati, ha avuto eccellenti anteprime e ospiti da tutto il mondo come Nicole Kidman e Sean Connery.


Ecco la lista dei film in concorso quest'anno:

Dog Sweat di Hossein Keshavarz (Iran)
Five Day Shelter di Ger Leonard (Irlanda)
Gangor di Italo Spinelli (Italia/India)
I fiori di Kirkuk di Fariborz Kamkari (Iraq/Italia)
Hævnen di Susanne Bier (Danimarca/Svezia)
Io sono con te di Guido Chiesa (Italia)
Kill Me Please di Olias Barco (Francia/Belgio)
La scuola è finita di Valerio Jalongo (Italia/Svizzera)
Las buenas hierbas di María Novaro (Messico)
Last Night di Massy Tadjedin (Stati Uniti/Francia)
Little Sparrows di Yu-Hsiu Camille Chen (Australia)
Oranges and Sunshine di Jim Loach (Gran Bretagna/Australia)
Poll di Chris Kraus (Germania/Austria/Estonia)
Rabbit Hole di John Cameron Mitchell (Stati Uniti)
The Back di Liu Bingjian (Francia/Hong Kong)
Una vita tranquilla di Claudio Cupellini (Italia/Francia/Germania)

La giuria, composta da 
Sergio CastellittoNatalia Aspesi, Ulu Grosbard, Patrick McGrath, Edgar Reitz, 
Olga Sviblova, selezionerà il vincitore di questa edizione che si chiuderà il giorno 5 Novembre.

mercoledì 27 ottobre 2010

Audition - il Cinema e l'Amore secondo Takashi Miike (10 ottobre 2010)

"Kiri, kiri, kiri..."  "Più giù, più giù, più giù..." 
Ci sono film che tolgono il fiato, altri che stravolgono il modo di vedere quello che ci circonda, altri che semplicemente scioccano. Bene, Audition è un film che causa questi effetti contemporaneamente. Questo film lanciò definitivamente la carriera di Takashi Miike, regista giapponese molto apprezzato in patria ma ancora poco conosciuto qui in Italia. 
Miike ha uno stile violento, veloce e splatter con tanta azione alternata a momenti di eccessiva lentezza, i suoi film sono riconoscibili perché hanno un vero e proprio marchio di fabbrica ovvero la contaminazione di più generi filmici e la provocazione. Miike è un regista estremo che ha sconvolto il modo di fare cinema ad esempio unendo in un suo film (The Happines of the Katakuris) horror, commedia e musical. 
Ma ritorniamo al nostro Audition. 


Shigeharu Aoyama è un uomo rimasto vedovo che si prende cura del figlio Shigeiko, decide di risposarsi e per trovare moglie organizza un'audition, ovvero un'audizione per un film che non si farà mai, con il solo scopo di trovare la moglie adatta. Ayoama perde la testa per la giovane e misteriosa Asami (la bravissima e letale Eihi Shiina), ragazza fragile dal passato tanto tormentato quanto misterioso. Asami dichiara di essere stata una ballerina, di essere stata contattata da un discografico e di lavorare in un locale: i due iniziano a frequentarsi.
Questa è la storia alla base di Audition, una storia normale con un finale disturbante, vedendo i primi 60 minuti di film si ha la sensazione di trovarsi davanti a un film romantico in salsa giapponese. Vengono presentati i protagonisti, le loro fragilità, le loro solitudini, addirittura si sorride in alcune scene. La cinepresa di Miike inquadra un angolo di stanza e lascia che l'azione si svolga, la fotografia è perfetta, i dialoghi sono scarsi. Con l'avanzare degli eventi, il film romantico si trasforma in un incubo di sogni e ossessioni, di flashback che sconvolgono il protagonista e lo spettatore (che sono sullo stesso piano e condividono le stesse paure).
Senza nessun preavviso ci troviamo di fronte alla violenza e alla perversione pura. Le visioni oniriche di Aoyama iniziano lentamente a spiegare il film: scordatevi il film romantico, scordatevi la commediola giapponese. 
Il verso che fa Asami mentre gioca con gli spilli vale migliaia di urla ed è molto più inquietante dei colpi di scena di molti film horror occidentali, anche se qui di horror non c'è niente. Qui non ci sono mostri, non c'è sangue, non ci sono colpi di scena inaspettati.
Qui ci sono scene lente e macabre.
Qui ci sono telefoni che squillano, donne sedute di profilo che sorridono e sacchi che si muovono.





Tutto ha una macabra linearità e anche Asami è lineare e coerente con il suo progetto. Gli ultimi minuti di film (per chi riesce ad arrivarci) sono orribili da un punto di vista estetico ma perfetti dal punto di vista della trama. Infondo questa è una storia d'amore, i due protagonisti sono due solitudini che cercano di unirsi, sono due facce della stessa medaglia. La violenza è amore secondo Miike.

Vedendo Audition non potrete dargli torto. 

Inception - Il Sogno diventato Realtà (26 settembre 2010)

Sogni, questi sconosciuti.
Solo un regista come Christopher Nolan poteva trattare un argomento così particolare in uno stile tutto suo, uno stile che è ormai un marchio di fabbrica del suo Cinema, un Cinema capace di unire effetti speciali e riflessioni filosofiche in un unico film, cosa alquanto rara oggi.
Il regista britannico conservava questo film nel cassetto da una buona decina d'anni, quando ancora era un regista agli esordi: oggi pubblico e critica si inchinano davanti al suo ennesimo capolavoro. 
Inception è un film misterioso, lo è sempre stato; quando, qualche mese fa, uscì il trailer, sembrava di trovarsi di fronte al solito film di azione: non è così ovviamente, niente è scontato quando si parla dei lavori del regista di film come Memento e Insomnia.


Inception ha avuto una promozione tutta particolare: la trama è stata tenuta segreta fino a poche settimane dall'uscita del film, pochissime le dichiarazioni degli addetti ai lavori, set blindatissimi. Nonostante ciò il pubblico si è recato numeroso nelle sale cinematografiche, il film ha avuto incassi da capogiro e critiche entusiaste in tutto il mondo.
Per la parte del protagonista è stato scelto Leonardo DiCaprio che veste i panni di un ladro di nome Dom Cobb, un ladro di sogni che entra nella mente delle persone e ne ruba le idee più nascoste, per poi rivenderle.
Dom ha un... sogno nel cassetto: quello di tornare a casa dai suoi bambini dei quali si occupa il nonno (il sempre ottimo Michael Caine); il nostro protagonista non può rientrare nel suo Paese perchè è accusato dell'omicidio della moglie, Mal (Marion Cotillard).
Il nostro protagonista ha la possibilità di aggiustare tutto attraverso un operazione rischiosissima: Saito (Ken Watanabe) un industriale asiatico lo assume infatti per compiere un inception, cioè inserire nella mente di Robert Fischer Jr. (Cillian Murphy), erede dell' impresa rivale di Saito, un'idea: quella di distruggere la sua impresa in modo da liberarsi di un concorrente. Una volta stabilito il contatto con il giovane Robert bisognerà portarlo nel mondo dei sogni e riuscire a impiantare questa nuova idea nella sua mente.
Non sarà facile.
La missione già di per sé rischiosissima è complicata ancora di più dalla presenza di Mal che entra nei sogni costruiti dal team di Cobb e fa cadere in tentazione il protagonista: pur vedendo in lei un pericolo, egli non vuole rassegnarsi a perderla definitivamente. Mal, dal canto suo, fa di tutto per trattenerlo nel mondo onirico, il mondo dove loro due vivrebbero ancora insieme per sempre. Mal è la tentazione, il male, la seduzione, il pericolo.

Se i protagonisti del film viaggiano nei sogni, anche lo spettatore lo deve fare, nel senso che anche lui si ritrova improvvisamente in sequenze senza avere la certezza se quello che sta vedendo stia accadendo nella "realtà" oppure no: si resta storditi, confusi, per questo occorre vedere il film più di una volta, ci sono dettagli che ad una prima visione possono sfuggire.
Inception soddisfa tutte le aspettative: regia perfetta, ottima fotografia (l'onnipresente Wally Pfister), gran montaggio (il pezzo forte del film a cura di Lee Smith), buona la colonna sonora e ottimi gli effetti speciali: alcune sequenza tolgono letteralmente il fiato. 




Il cast è stellare: Leo DiCaprio è ormai a suo agio nei panni dell'eroe tormentato, dopo le grandissime prove in Shutter Island e in The Departed. Della Cotillard ho già parlato benissimo in un post di qualche settimana fa. Il resto degli attori sono una garanzia, anche perché hanno già lavorato in passato con il buon Chris. La critica ha accolto a braccia aperte questo nuova pellicola di Nolan, c’è chi ha paragonato il film a Matrix, parlando di pietra miliare del Cinema di fantascienza, chi addirittura ha accostato il nome di Nolan a quello di un certo Stanley Kubrick
Non fatevi illusioni: tra qualche anno parleremo ancora di Inception e lo accosteremo a film come Blade Runner e Matrix, com'è giusto che sia.

Michael Mann - Nemico Pubblico_Public Enemies (19 settembre 2010)

In principio fu John Dillinger, famoso rapinatore di banche durante i ruggenti Anni Trenta. Dillinger era visto come una sorta di Robin Hood moderno (aveva l'abitudine di bruciare i registi dei debiti delle banche che rapinava), ben preso si conquistò le simpatie dell'opinione pubblica e della stampa che addirittura amava le imprese del rapinatore.      
Mitiche erano le sue evasioni dai carceri degli Stati Uniti, piani perfetti che riuscivano sempre, col tempo però Dillinger attirò su di sè l'attenzione dell'FBI e in particolare del giovane Melvin Purvis che il 22 Luglio 1934 riuscì ad uccidere Dillinger, anche se non fu lui a premere il grilletto.


Durante gli anni seguenti anche il mondo del Cinema ha reso omaggio alla vita di uno dei personaggi più pittoreschi mai nati in America. Don Siegel (Ispettore Callaghan - Il caso Scorpio è tuo; Fuga da Alcatraz) nel 1957 diresse Faccia D'angelo omaggio a Baby Face Nelson, complice di Dillinger in più di una rapina. Nel corso dei decenni sono stati girati quasi venti film su Dillinger e sui suoi scagnozzi; recentemente Michael Mann ha scritto e diretto Nemico Pubblico - Public Enemies un omaggio alla vita del buon John.
In particolare Mann ricopre il periodo che va dal 1933 al 1934, il periodo più intenso della vita del "rapinatore romantico". Johnny Depp veste i panni di Dillinger, mentre Christian Bale è Purvis. Come in Heat - La Sfida due sono i protagonisti principali: il cacciatore e la preda: Mann usa il film per parlare del rapporto tra i due, dei loro obiettivi, dei loro sogni. Nemico Pubblico è un piccolo gioiellino per il regista statunitense (Heat - La Sfida; Collateral). Anche se non è un film veloce (bisogna armarsi di un po' di pazienza), resta comunque un film imperdibile per chi ama il genere gangster. La regia di Mann è maniacale: notevole uso della cinepresa a spalla per rendere più intenso il live action, ottima fotografia di Dante Spinotti da sempre collaboratore di Mann in tutti i suoi film. In Nemico Pubblico il direttore della fotografia dà il meglio di sè. 
Un applauso meritano anche le scenografie che riescono a coinvolgere pienamente lo spettatore. La sceneggiatura invece mostra qualche pecca con un finale un po' troppo banale, così come non convince appieno l'interpretazione di Bale, decisamente troppo freddo. Ottima invece la prova di Marion Cotillard, una delle promesse (mantenute) di Hollywood.    


Nemico Pubblico è anche un'analisi sull'FBI e sulle sue contraddizioni (vedere la scena, molto violenta della compagna di Dillinger che viene brutalmente picchiata da un poliziotto): non a caso si parla di Public Enemies.
Insomma Nemico Pubblico non è un film veloce e non è immediato. Scordatevi sparatorie e colpi di scena, scordatevi azione, sangue e adrenalina: lo scopo di Mann è quello di rendere più umano e vero possibile il mitico John Dillinger. Quello che esce fuori da questo lavoro è un Dillinger "umano" come tanti, con i suoi sogni e i suoi obiettivi.
Il giusto omaggio a un'epoca e a un personaggio che hanno fatto Storia.

Sofia Coppola, leonessa a Venezia (12 settembre 2010)

Anche quest'anno il Festival del Cinema di Venezia, giunto alla 67esima edizione, ha avuto il meritato successo. Grandi nomi si sono alternati sul Lido. La giuria, presieduta da Quentin Tarantino e composta da Guillermo Arriaga, Ingeborga Dapkunaite, Arnaud Desplechin, Danny Elfman, Luca Guadagnino e Gabriele Salvatores, dopo aver visionato tutti i 24 film in concorso, ha assegnato i seguenti premi:


LEONE D’ORO per il miglior film a:
Somewhere di Sofia Coppola 

LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a:
Álex de la Iglesia per il film Balada Triste De Trompeta 

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
Essential Killing di Jerzy Skolimowski 

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a:
Vincent Gallo nel film Essential Killing di Jerzy Skolimowski

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a:
Ariane Labed nel film Attenberg di Athina Rachel Tsangari

PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore/attrice emergente a:
Mila Kunis nel film Black Swan di Darren Aronofsky


OSELLA per la miglior fotografia a:
Mikhail Krichman per il film Ovsyanki (Silent Souls) di Aleksei Fedorchenko


OSELLA per la migliore sceneggiatura a:
Álex de la Iglesia per il film Balada Triste De Trompeta di Álex de la Iglesia

LEONE SPECIALE a:
Monte Hellman


La Coppola, figlia del più celebre Francis Ford Coppola (Il Padrino, Apocalypse Now), si aggiudica quindi il Leone d'Oro per il suo Somewhere, storia di una star del Cinema che vive nel suo mondo fatto di eccessi e stravaganze. Il contatto con la figlia lo riporterà con i piedi per terra. 
Sofia Coppola debutta giovanissima nel mondo del Cinema, recitando per molti film del padre (tra cui la terza parte de Il Padrino). 
Il debutto come regista avviene nel 1999 con Il Giardino Delle Vergini Suicide, a cui seguono Lost In Translation (2003) con cui si aggidicherà l'Oscar per la migliore sceneggiatura, e Marie Antoniette del 2006.

Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica 2010 (5 settembre 2010)

Il Festival del Cinema di Venezia è uno degli appuntamenti più attesi e amati dai cineasti.
Nel corso dei primi dieci giorni di Settembre di ogni anno vengono proiettati molti film che andranno poi a far parte della stagione cinematografica autunnale.
Ogni anno viene selezionato un presidente di giuria differente, quest'anno, per la 67esima edizione, il grande onore è toccato a Quentin Tarantino



Questi i film in concorso a Venezia secondo l'ordine di presentazione.
Black Swan di Darren Aronofsky
La pecora nera di Ascanio Celestini
Somewhere di Sofia Coppola
Happy Few di Antony Cordier
La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo
Ovsyanki – Silent Souls di Aleksei Fedorchenko
Promises written in water di Vincent Gallo
Road to nowhere di Monte Hellman
Balada Triste de trompeta di Alex De La Iglesia
Venus Noire di Abdellatif Kechiche
Post Mortem di Pablo Larrain
Noi credevamo di Mario Martone
Barney’s version di Richard J. Lewis
La passione di Carlo Mazzacurati
Jusan-Nin No Shikaku – 13 Assassins di Takashi Miike
Potiche di François Ozon
Meek’s Cutoff di Kelly Reichardt
Miral di Julian Schnabel
Essential killing di Jerzy Skolimowski
Noruwei No Mori – Norwegian Wood di Anh Hung Tran
Attenberg di Athina Rachel Tsangari
Detective Dee and the mistery of phantom flame di Hark Tsui
Drei di Tom Tykwer 


Per l'Italia ci saranno ben quattro film in concorso: La Pecora Nera film di Ascanio Celestini, famoso attore teatrale al suo esordio dietro la cinepresa, in questo film Celestini è attore, sceneggiatore e regista. La solitudine dei numeri primi è invece la pellicola di Saverio Costanzo, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo. 
Noi Credevamo per la regia del veterano Mario Martone. 
Carlo Mazzacurati presenta invece la commedia La Passione, storia di un regista fallito a cui viene data una seconda possibilità. Tra gli attori spiccano Silvio Orlando, Corrado Guzzanti e Stefania Sandrelli, senza dubbio una commedia molto attesa.
Per gli USA saranno presenti Darren Aronofsky con il suo Black Swan, Sofia Coppola con Somewhere, l'eclettico Vincent Gallo con Promises Written, Monte Hellman con Road To Nowhere, Richard J. Lewis (regista per molti episodi di CSI Miami) regista di Barney’s Version e Julian Schnabel che porta il suo Miral.
Da segnalare anche la presenza di Takashi Miike, regista giapponese molto amato in patria e regista di film come Audition, Sukiyaki Western Django (western in salsa giapponese, imperdibile per gli amanti del genere) e Yattaman (versione filmica del famosissimo cartone animato). A Venezia Miike porterà il suo ultimo lavoro: Jusan-Nin No Shikaku – 13 Assassins, storia di una vendetta guidata da ben 13 guerrieri.

Il Cinema di Frank Oz (29 agosto)

Frank Oz sembra quasi un folletto, con quel cognome così particolare e quel viso più simile a un gremlin che a un essere umano. Durante gli anni della sua carriera Oz è stato regista, attore e persino doppiatore. 
Laureatosi in giornalismo negli anni Sessanta, inizia a lavorare nel mondo dello spettacolo come doppiatore, diventando famoso nello spettacolo The Muppet Show (Oz è la voce della maialina Miss Piggy). Oz lavora e conosce a fondo il mondo dello spettacolo, queste sue esperienze verranno riversate poi in alcuni dei suoi film. Nel 1979 Oz diventa celebre grazie al film Ecco il film dei Muppet in veste di doppiatore. 
Ma Oz è molto di più. 


Nel 1984 dirige il suo primo film I Muppets alla conquista di Brodway, oltre a dirigere la pellicola, Oz doppia ben cinque personaggi. Due anni più tardi è alla regia del cult La Piccola Bottega degli Orrori; il film (una commedia? un musical? un grottesco?) che lancia la carriera di Rick Moranis (che sarà il mitico Louis nei due episodi dei Ghostbusters) e conferma il talento di Steve Martin, grande amico di Oz. Nonostante sia stato un flop al botteghino, col tempo diventerà amatissimo dai cinefili. 
Nel 1988 presenta Due figli di… brillante commedia con protagonisti Steve Martin e Michael Caine (per l’attore britannico è una delle prime commedie). 
Oz continua con la commedia d’autore con Tutte le Manie di Bob, questa volta il regista/doppiatore dirige Bill Murray nel ruolo di un nevrotico che perseguita il suo psichiatra Leo Marvin. Bob entra nella vita sua famiglia, sconvolgendo la vacanza del dottore (un bravissimo Richard Dreyfuss). Bill Murray si trova a suo agio in questa commedia imperdibile, dove ci regala una delle sue migliori interpretazioni. 
Nel 1995 dirige La Chiave Magica un film d’avventura con un cast minore.
Nel 1997 riversa le sue esperienze passate in In & Out una divertente critica sul mondo del cinema e dello show business, tanto amato e tanto conosciuto da Oz.
Il cast del film è di tutto rispetto: Kevin Kline, Joan Cusack, Tom Selleck, Matt Dillon

Bownfinger (1999) ha la sceneggiatura di Steve Martin, nel cast compaiono, oltre a Martin, anche Eddie Murphy, Heather Graham e Robert Downey Jr. Ancora un volta Oz ci da un quadro del mondo del cinema facendosi beffe delle leggi del mercato cinematografico. 
Nel 2001 il regista cambia completamente registro decidendo di dirigere un thriller, chiama con sé tre attori di tre diverse generazioni: Edward Norton, Robert De Niro e udite udite Marlon Brando, alla sua ultima interpretazione. Protagonista della pellicola è Nick Wells (De Niro) un famoso ladro a cui viene affidato un ultimo grande colpo dall’amico e socio Max (Brando). E’ lo stesso Max che presenta a Wells il giovane Jack Teller (Norton) con cui Wells deve lavorare per realizzare il colpo. Il cast è eccezionale, Norton si fa rispettare con la sua magnifica interpretazione nonostante la presenza di due giganti come Robert De Niro e Marlon Brando.     


Tre anni più tardi Oz torna alla commedia con La Donna Perfetta, con cui ha la possibilità di lavorare con Nicole Kidman, il film sarà molto criticato per via della sceneggiatura e delle pessime interpretazioni della Kidman e di Glenn Close. Nel 2007 Oz dirige Funeral Party un’ottima commedia basata su equivoci e su gag a ripetizione. La sceneggiatura questa volta è ottima e il cast, seppur composto da attori poco conosciuti, fa la sua parte. Il film parla di due famiglie che si ritrovano per il funerale del padre di Daniel e Robert, due scrittori con famiglie a seguito. Nella casa di campagna succederà di tutto: allucinazioni, droghe, episodi surreali. Funeral Party è decisamente uno dei migliori film di Oz. 
Frank Oz è stato anche un attore, ha infatto recitato in quattro film del collega John Landis: The Blues Brothers, Un Lupo Mannaro Americano a Londra, Una Poltrona Per Due e il seguito di The Blues Brothers nel 2000.  

Goodbye, Ferribotte (22 agosto 2010)

Il Kinetoscopio riapre dopo un periodo di vacanza estiva. 
Dopo aver spento le ottanta candeline di Clint Eastwood, il blog rende omaggio a Tiberio Murgia, attore scomparso in questi giorni. L’attore con la faccia sicula ma di chiare origini sarde viene ricordato per la sua straordinaria interpretazione ne I Soliti Ignoti film di Mario Monicelli con cui esordisce come attore nel 1958 a 29 anni. 
Prima di quella fatidica data ci sono miseria, lavori in tutta Italia (e anche in Belgio come minatore) e un intenso impegno politico nel PCI. Dopo il 1958 Murgia recita in l’Audace Colpo Dei Soliti Ignoti (1959) diretto da Nanny Loy. Sempre nello stesso anno torna a farsi dirigere da Monicelli per un altro capolavoro: La Grande Guerra affiancato da due mostri sacri come Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Ne L’Onorata Società (1961) ha la possibilità di recitare con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, mentre nel 1962 prende parte al film Il Giorno Più Corto di Sergio Corbucci, il film è una prova di beneficienza da parte di un nutrito numero di attori che all’epoca volevano salvare la Titanus, a rischio fallimento. Tutti gli attori del film (Ciccio Ingrassia, Franco Franchi, Totò, Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo, Ugo Tognazzi, Franca Valeri e tantissimi altri) hanno piccolissime parti che non verranno retribuite. 


In Divorzio Alla Siciliana (1963) si prendono in giro stereotipi e cultura della Sicilia, mentre nel 1968 ritorna al fianco di Mario Monicelli in La Ragazza Con La Pistola al fianco di Monica Vitti e Carlo Giuffrè, film girato tra la Puglia (anche se doveva essere Sicilia, ma il bello del Cinema è anche questo) e Inghilterra. 
Durante gli anni Settanta Murgia recita per molti film della Commedia Sexy all’Italiana, primo fra tutti in La Bella Antonia, Prima Monaca E Poi Dimonia con una giovanissima Edwige Fenech (1972), La Vergine, Il Toro E Il Capricorno di Luciano Martino (1977) sempre con la Fenech e con Alberto Lionello e Alvaro Vitali. Sempre nello stesso anno partecipa al film La Soldatessa Alla Visita Militare di Nando Cicero. Nel cast spiccano i nomi di Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Leo Gullotta, Mario Carotenuto. Con La Soldatessa Alle Grandi Manovre, Murgia collabora ancora con Nando Cicero. Il cast vede la conferma di tutti gli attori del film precedente, con l’aggiunta di Lino Banfi. La collaborazione con il regista romano prosegue l’anno successivo, quando esce La Liceale, Il Diavolo e l’Acquasanta, film a episodi che vede protagonista la sensuale Gloria Guida. 
Negli anni Ottanta, con il tramonto della Commedia Sexy, Murgia di dedica al Cinema Trash: un esempio su tutti è Attila Flagello Di Dio, con Diego Abatantuono, ma anche Paulo Roberto Cotechiño Centravanti Di Sfondamento, ancora una volta con Alvaro Vitali. 
Nel 1987 chiude la trilogia de I Soliti Ignoti con I Soliti Ignori Vent’anni Dopo, pessima pellicola che ricalca un'età d'oro irripetibile.
Negli anni Novanta e Duemila le sue interpretazioni si fanno sempre più rare, ma lo spettatore medio non potrà mai dimenticare i lineamenti, le battute e lo sguardo particolare di quest’attore, simbolo di un periodo d’oro del Cinema Italiano.  

lunedì 25 ottobre 2010

Gli 80 Anni di Dirty Harry (4 Giugno 2010)

Lo so quello che pensi. Ti stai chiedendo se ho sparato sei colpi o solo cinque. Ti dirò che in mezzo a tutta quella baraonda ho perso il conto io stesso. Ma dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Di', ne vale la pena? 
(Ispettore Callaghan - Il Caso Scorpio è tuo)




Il Kinetoscopio rende omaggio a Clint Eastwood. L’attore e regista statunitense ha compiuto 80 anni lo scorso 31 Maggio e il modo più giusto per raccontarlo è attraverso i suoi film. Ho scelto una serie di film che sicuramente non rendono giustizia al talento di Eastwood (che, ricordiamolo, è stato regista, attore e persino compositore) ma che però hanno qualcosa in comune: hanno fatto di Clint un personaggio epico, come fece Sergio Leone negli anni Sessanta con la Trilogia del Dollaro. La nostra storia inizia negli Anni Settanta: il volto di Eastwood in questi anni viene associato all’Ispettore Callaghan, l’ispettore alto, inflessibile, con una 44 Magnum in tasca e con il gene della violenza appiccicato addosso. L’ispettore è un duro e fa un uso spesso eccessivo della violenza: i suoi superiori lo odiano per il suo modo personalissimo di intendere e applicare la legge, i suoi colleghi lo temono per il fatto che chi lavora con lui viene o ucciso o, nel migliore dei casi, brutalmente ferito. Fondamentalmente Callaghan è un conservatore: le donne devono stare a casa a badare alla famiglia mentre gli uomini devono vivere nella città (San Francisco) una jungla dove ogni giorno succede qualcosa di diverso e dove per difendersi è necessario avere la 44 Magnum sempre carica. 
Il primo episodio della saga di “Dirty Harry” è datato 1971: Clint Eastwood è un attore affermato nel mondo del Cinema, Don Siegel, regista e amico di Clint, lo chiama per il ruolo di protagonista in Ispettore Callaghan – Il caso Scorpio è tuo film che si basa su episodi realmente avvenuti negli USA quando un terribile killer detto Zodiac, terrorizzò il paese con omicidi efferati. La pellicola è una pietra miliare del genere poliziesco: scene di violenza da far west, battute fulminanti e un leggero tocco di ironia fanno di questo film un cult da collezione. Tecnicamente il film è un gioiellino, alcune inquadrature lasciano senza fiato. Il finale poi rispecchia la personalità di Callaghan e del suo modo di intendere la giustizia. Nel 2007 David Fincher dirigerà Zodiac, sempre basato sullo stesso assassino. 
Nel 1973, anno di Taxi Driver, Ted Post è dietro la cinepresa per Una 44 Magnum per l’Ispettore Callaghan questa volta Harry deve vedersela con dei giustizieri che, come lui, coltivano una passione efferata per la violenza e che, come lui, hanno un distintivo. Questo secondo episodio contiene delle critiche nei confronti del sistema poliziesco e ci riserva qualche buon colpo di scena. Buona la fotografia, ma l'episodio è lontano anni luce dal primo.


Nel 1976 esce Cielo di Piombo, Ispettore Callaghan, diretto da James Fargo, è forse l’episodio più ironico dell'intera serie. In questo terzo capitolo l’ispettore deve affrontare un gruppo di terroristi che minaccia di far saltare in aria San Francisco, ma non è tutto, il suo collega di turno questa volta è…una donna, Kate Moore (la bravissima Tyne Daly). Cielo di Piombo, Ispettore Callaghan, caratterizzato da una dose massiccia di violenza e di ironia, è un film dignitoso che risolleva le sorti dell'ispettore, dopo il deludente secondo episodio.
Quattro anni più tardi Eastwood, data la sua buona esperienza da regista alle spalle, decide di girare il quarto episodio della serie. Coraggio Fatti Ammazzare è del 1980 ed è l’episodio più ricco, tecnicamente parlando. In questo film Eastwood rende omaggio ai suoi MaestrI: Sergio Leone e Don Siegel. La pellicola è caratterizzata dall'uso del flashback, l’intreccio risulta godibilissimo. Ancora una volta l’Ispettore deve affrontare il suo tallone d’Achille: le donne. Se gli uomini lo odiano o lo temono (dipende dai casi), le donne cascano ai suoi piedi. Questo episodio lo conferma, qualora ce ne fosse bisogno. Il finale è semplicemente mitico. Coraggio Fatti Ammazzare resta l’episodio più interessante di tutta la serie. Nel film compaiono Sonda Locke (compagna di Client all'epoca) e Pat Hingle (il commissario Gordon dei primi quattro film di Batman). 


Nel 1988, a otto anni di distanza da Coraggio Fatti Ammazzare, esce l’ultimo episodio della serie. Diretto dallo sconosciuto Buddy Van Horn, questo episodio è ambientato nel mondo del Cinema: un misterioso killer sta infatti uccidendo personaggi famosi che fanno parte di una lista di un gioco chiamato Bingo col Morto, tra questi personaggi figura anche il nome di Callaghan. Lontano anni luce dalle atmosfere anni Settanta dei primi film, Scommessa con la Morte è forse l’episodio più debole dell’intera saga anche se Clint, come sempre, si fa valere (almeno un paio di battute nel film sono da mandare giù a memoria). Nel cast compaiono un giovanissimo Jim Carrey, Liam Neeson e Patricia Clarkson (Gli Intoccabili).
Oggi, a 22 anni di distanza dall'ultimo episodio, l'Ispettore Callaghan fa parte delle Leggende del mondo del Cinema. Al pari di altri personaggi mitici, anche Dirty Harry ha il suo posto nell'immaginario collettivo di tutti noi. Un personaggio del genere è unico e solo un attore come Clint Eastwood poteva dargli un così ampio spessore. Per chi ama Clint Eastwood questi cinque episodi (soprattutto il primo e il quarto) sono imperdibili. Lunga vita a Dirty Harry!

Indiana Jones - Una Trilogia E Mezzo (23 maggio 2010)

Ho già scritto di George Lucas e di Steven Spielberg, ma oggi vi voglio parlare di una nuova trilogia, dopo quella di Ritorno Al Futuro
La storia di Indiana Jones inizia durante i primi anni Settanta, quando George Lucas inizia a pensare a questo personaggio, un archeologo che vive durante gli anni Trenta. Indiana Jones è un personaggio particolarissimo, con una doppia personalità: da un lato è un timido professore universitario, dall’altro è un cinico archeologo rispettoso delle culture e dei reperti. Sempre circondato da donne affascinanti, ha la fobia dei serpenti, indossa un borsalino e ha sempre con sé una frusta. Qualche anno più tardi, Lucas contatta Spielberg e gli parla di una sceneggiatura che vede come protagonista un archeologo-professore che si mette alla ricerca dell’Arca dell’Allenza, un forziere che conteneva i resti dei Dieci Comandamenti. Lucas, impegnato con la regia di Guerre Stellari, affida la regia del film proprio a Spielberg, scrivendo però la sceneggiatura. 
La prima scelta per il protagonista è Tom Selleck, ma a causa di problemi burocratici i due scelsero il giovane Harrison Ford, che aveva già lavorato con Lucas in Guerre Stellari. 
Il primo episodio della trilogia, I Predatori dell’Arca Perduta, risale al 1981. 
Il film è ambientato nel 1936, quando il Nazismo inizia a diffondersi in Europa. Proprio Hitler, affascinato dall’occulto, ordina di cercare qualsiasi reperto che possa potenziare il suo esercito in espansione, Indiana Jones ha il compito di trovare l’Arca prima dei nazisti. Il film è un perfetto esempio di Cinema di Intrattenimento: gli inseguimenti si susseguono, i colpi di scena non mancano, le battute sono perfette e mai fuori luogo, addirittura c’è anche qualche scena un po’ “cruenta” almeno per quello che riguarda il Cinema di Spielberg. 
I Predatori dell’Arca Perduta si rivela un successo spettacolare: il film ha infatti guadagnato 384 milioni di dollari in tutto il mondo vincendo quattro Oscar “tecnici”: miglior montaggio, miglior scenografia, miglior sonoro, migliori effetti speciali. Un tale successo costrinse la ditta Lucas-Spielberg a pensare ad un seguito, anzi ad un prequel. 
Il successivo Indiana Jones e il Tempio Maledetto, si svolge infatti nel 1935, un anno prima degli episodi narrati nel primo film. Questo episodio si svolge in India, dove un villaggio ha perso una pietra sacra e incarica Jones di ritrovarla. La pietra è stata rubata da alcuni custodi del palazzo di Pankot. Arrivati al Palazzo, Jones, il piccolo Shorty e la cantante Willie Scott si imbattono nel giovane maraja che nega di aver rubato la pietra. La sera stessa i tre assistono ad un sacrificio umano, dentro il Tempio del Male. 


Ancora una volta viene riconfermato Harrison Ford nei panni dell’archeologo che fa un ottimo lavoro. Anche questo secondo episodio si rivela un gran successo: più oscuro ma anche più commerciale del precedente, il film ha incassato 333 milioni di dollari nel mondo. 
Nel 1989 esce il terzo episodio della trilogia: Indiana Jones e L’ultima Crociata ha il compito di illustrare la fobia di Jones verso i serpenti ed il rapporto con il padre, Henry Jones, interpretato da Sean Connery. Lucas e Spielberg hanno sempre affermato che il padre di Indiana Jones fosse James Bond, quindi la scelta di Connery pareva logica. Il terzo episodio si svolge nel 1938, Jones deve cercare il Santo Graal, il calice usato da Cristo durante l’Ultima Cena. Le ricerche hanno avuto una brusca interruzione quando è sparito proprio il padre di Indiana: compito di Jones è quindi quello di ritrovare il padre e il Santo Graal. Tuttavia Jones scoprirà molto presto che dietro alla ricerche e all’interesse per il Graal ci sono ancora una volta i nazisti…
Dopo questo terzo episodio sembrava che non si dovesse più parlare di Indiana Jones, anche se i grandissimi successo di pubblico e critica facevano credere il contrario. Durante gli anni Novanta c’è stato un primo riavvicinamento tra Ford e Spielberg, nel corso degli anni successivi al terzo capitolo sono uscite tantissime voci riguardanti sceneggiature, titoli, scoop…un po’ com’è accaduto con Ritorno Al Futuro... 
Nel giugno 2007 iniziarono ufficialmente le riprese del quarto Indiana Jones, che terminarono nell’autunno dello stesso anno. A maggio 2008 esce l'attesissimo quarto capitolo della saga: Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo


Il film ha diviso pubblico e critica, si apprezza la prestazione di Harrison Ford, attore sessantenne ma ancora in grande forma, ma la sceneggiatura appare troppo confusionaria e il finale troppo fantascientifico. Insomma questo quarto capitolo è solo ed esclusivamente rivolto ai fan incalliti del Jones più famoso del mondo. Se avete visto, amato e ammirato la trilogia, allora non perdetevi il quarto capitolo. Se per voi Indiana Jones è un giovane e affascinante archeologo e non un sessantenne isterico, lasciate perdere questo quarto capitolo.

Tom Waits e il Cinema (7 maggio 2010)

"Siamo come ratti. Siamo come onnivori. La nostra immaginazione mangia qualunque cosa"
Strappo alla regola.
Per una volta non parliamo né di registi, né di film. Parliamo di un attore. Un attore un po’ particolare a dire la verità, ma resta comunque un personaggio che ha lavorato con alcuni grandi nomi del Cinema Mondiale.
Stati Uniti. 1978. 
Tom Waits è un cantautore conosciuto soprattutto negli USA, dove sforna dischi di pregevole fattura, Tom ha un timbro vocale particolarissimo e una faccia sporca, quella di chi viene direttamente dalla strada. 
Sylvester Stallone, dopo il successo di Rocky, al debutto come regista lo chiama per una piccola parte nel suo Taverna Paradiso: è solo l’inizio di una lunga carriera cinematografica fatta di piccole apparizioni. 
Qualche anno più tardi scrive la colonna sonora di Un Sogno Lungo Un Giorno, film di Francis Ford Coppola con il quale diventa amico e collaboratore: Coppola chiamerà Waits per piccole parti anche nei suoi tre successivi film ovvero I Ragazzi Della 56esima Strada (al fianco dei giovanissimi Matt Dillon e Tom Cruise), Rusty Il Selvaggio e Cotton Club
Nel 1986 Tom Waits conosce Roberto Benigni, con cui recita in Daunbailò
Nel 1990 collabora con Jack Nicholson per il sequel di Chinatown, il film è Il Grande Inganno e Waits veste i panni di un poliziotto, affiancato dallo stesso Nicholson, da Harvey Keitel e Eli Wallach (il brutto ne "Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo"), il film si rivelerà un flop clamoroso. 
L’anno successivo stringe amicizia con Terry Gilliam che gli affida la parte di un veterano di guerra nel suo La Leggenda Del Re Pescatore e, sempre nello stesso anno, Jim Jarmusch lo chiama per comporre lo colonna sonora del suo Taxisti di Notte, nel cast c’è ancora una volta Roberto Benigni. 
Coppola richiama Tom per una piccola parte in Dracula, film del 1992, dove recita la parte di uno psicopatico. 
Nel 1993 Tom Waits è nel cast del capolavoro di Robert Altman, America Oggi. Tra gli altri spiccano i nomi di Jack Lemmon, Tim Robbins, Andie MacDowell
Durante gli anni Novanta Waits compone principalmente colonne sonore per film, oltre a scrivere almeno due grandi dischi. 


Nel 2003 recita al fianco di Iggy Pop in una scena del film indipendente Coffee and Cigarettes: i due assi della musica sorprendono per la loro recitazione fuori dalle righe.
Nel 2005 torna a lavorare con Benigni, le prime sequenze de La Tigre e La Neve sono affidate alla fantastica voce di Waits, che canta "You Can Never Hold Back Spring" durante il matrimonio dei due protagonisti. 
Nel 2009 intepreta il Diavolo in Parnassus, film di Terry Gilliam.
Questi sono solo alcuni film in cui Tom Waits ha prestato la sua faccia e la sua voce, ma restano ancora tantissimi altre pellicole a cui Tom Waits ha partecipato, vi invito a scoprirle. 

Nightmare - Gli Incubi di Wes Craven (30 aprile 2010)

“L'uomo nero non è morto / ha gli artigli come un corvo / fa paura la sua voce / prendi subito la croce/ apri gli occhi, resta sveglio / non dormire questa notte...”
Una canzoncina inquietante, cantata da un coro di bambine: questo è una delle scene chiave del film Nightmare On Elm Street del 1984. Il film, diretto da Wes Craven è un must del cinema horror e ha dato vita a uno dei cattivi per eccellenza: Freddy Krueger. 
Ma andiamo con ordine.
Siamo nei primissimi anni Ottanta, il regista Wes Craven attende impaziente di poter realizzare quello che crede essere il suo capolavoro: Nightmare. Il film si basa principalmente su un fatto di cronaca vera ed è proprio da qui che Craven parte per scrivere soggetto e sceneggiatura. 


L’idea è quella di raccontare la storia di un criminale, Freddy Krueger, che viene bruciato vivo da alcuni genitori. Per vendicarsi della morte, lo spirito di Kruger entra negli incubi dei loro figli, li tormenta e infine li uccide nei modi più scabrosi. I quattro ragazzi vengono tormentati dagli incubi, fino a quando Nancy, una delle ragazze, decide di vendicarsi. 
Purtroppo c’è da aspettare per realizzare il film; inoltre i soldi previsti non sono quelli che il regista si aspettava. Quando sta per saltare tutto (compresa la carriera di Craven) Rober Shaye, presidente e fondatore della giovane casa indipendente New Line Cinema contatta il regista e gli propone la bellezza di quasi due milioni di dollari per realizzare il suo film. Craven non ci crede, si mette subito all’opera e in pochissimo tempo assembla una squadra per girare il suo film. Per la parte del protagonista Craven sceglie lo sconosciuto Robert Englund, per il ruolo di Nancy Craven ingaggia Heather Langenkamp e il giovanissimo Johnny Depp nel ruolo di Glen, il suo ragazzo. 
Nightmare – Dal Profondo Della Notte viene girato in pochissimo tempo e gran parte del suo successo si deve al truccatore Jack Pierce che inventa il famosissimo volto bruciato di Kruger a cui abbina un cappello, un maglione a strisce e degli artigli: il suo marchio di fabbrica. Il film ebbe un notevole successo, guadagnò infatti la bellezza di 26 milioni di dollari solo negli Stati Uniti. Ancora oggi il primo storico Nightmare, nonostante gli scarsissimi effetti speciali, mette i brividi addosso: non si può non restare colpiti dalla colonna sonora, dal viso deformato di Freddy, dalle ambientazioni oscure e oniriche. 
Un tale successo obbligò la New Line Cinema a produrre la bellezza di altri sette episodi, tutti più o meno accettabili. 
Il 2010 sarà un anno importante per Freddy è infatti prevista l’uscita del remake di questo primo episodio. Il film si chiamerà semplicemente Nightmare, sarà diretto da Samuel Bayer (che ha diretto video di Nirvana, Iron Maiden, David Bowie, Marilyn Manson, Aerosmith), Freddy sarà interpretato da Jackie Earle Haley, già presente in Shutter Island. L’uscita del film in Italia è prevista per il 20 Agosto 2010 ma se volete entrare negli incubi di Nancy, non potete perdervi il suo migliore incubo. Il primo appunto.