venerdì 22 ottobre 2010

Alice non abita più qui (16 marzo 2010)

Mai titolo di un film (di Scorsese, ancora lui) fu più azzeccato per descrivere quello che sto per scrivervi.
Vi avevo già scritto della mia passione per Tim Burton, per i suoi personaggi, per le sue storie, per i suoi colori. Amo Burton da sempre e adoro i suoi film, ma questo davvero non posso sopportarlo: il problema di venerare così alla follia il suo cinema mi costringe ad essere cattivo, cattivissimo con la sua ultima opera. Quando a fine 2007 seppi dell’interesse del regista per Alice in Wonderland fui felice, sorpreso; ora, quasi tre anni dopo esco dal cinema con un senso di vuoto, quasi nauseato. 



Alice in Wonderland è un flop clamoroso, chi si aspettava un film di Tim Burton resterà deluso, in questo film di burtoniano c’è quasi niente. 
Alice in Wonderland è un film della Disney, non un film di Tim Burton; è un film con una carica di retorica a buon mercato e buonismo, un film per bambini/ragazzini che non offre niente a chi lo guarda. Le caratteristiche che hanno reso grande il cinema di Burton qui, semplicemente, non ci sono: chi si aspetta un paese della meraviglie oscuro, dark, gotico, psichedelico resterà deluso e verrà assalito da un Paese digitale, plasticoso e finto. 
Chi si aspetta una storia intensa, ben narrata, coinvolgente può cambiare film; i personaggi non vengono presentati a dovere, si ha la sensazione di dover andare quasi di fretta, cosa che non accadeva nel cartoon Disney, ad esempio, dove tutti i personaggi bucavano lo schermo, nonostante le brevi apparizioni. 
Alice in Wonderland è (quasi) tutto il contrario di quello che mi aspettavo. 
Fortunatamente non tutto è male: Danny Elfman fa un lavoro straordinario e scrive una colonna sonora fantastica. Anne Hathaway (la Regina Bianca) mi ha sorpreso, Michael Sheen (il Bianconiglio) e Alan Rickman (il Brucaliffo) sono personaggi azzeccatissimi anche se poco presenti nel film, bravi anche Stephen Fry (lo Stregatto) e Crispin Glover (il Fante di Cuori). 
Una nota a parte merita Helena Bonham Carter, la signora Burton è bravissima nella parte della Regina Rossa, porta una ventata di ironia al suo personaggio e illumina una pellicola altrimenti smorta.
E qui finiscono i pregi del film. 
Johnny Depp è ormai vittima del suo Jack Sparrow, imbarazzante, a tratti irritante. 
Mia Wasikowska è tutto tranne che Alice. Fuori ruolo. Bocciata.
La sceneggiatura ha enormi buchi neri. Linda Woolverton (La Bella e La Bestia, Il Re Leone, Mulan) si è rivelata una scelta fuori luogo. 
La regia è monotona e inespressiva: si sente la stanchezza di Burton. 
Il film si rivolge inevitabilmente a bambini sotto i dieci anni, se siete più grandi fatevi un favore: andate a vedervi Scorsese.  

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