Mai titolo di un film (di Scorsese, ancora lui) fu più azzeccato per descrivere quello che sto per scrivervi.
Vi avevo già scritto della mia passione per Tim Burton, per i suoi personaggi, per le sue storie, per i suoi colori. Amo Burton da sempre e adoro i suoi film, ma questo davvero non posso sopportarlo: il problema di venerare così alla follia il suo cinema mi costringe ad essere cattivo, cattivissimo con la sua ultima opera. Quando a fine 2007 seppi dell’interesse del regista per Alice in Wonderland fui felice, sorpreso; ora, quasi tre anni dopo esco dal cinema con un senso di vuoto, quasi nauseato.
Alice in Wonderland è un flop clamoroso, chi si aspettava un film di Tim Burton resterà deluso, in questo film di burtoniano c’è quasi niente.
Alice in Wonderland è un film della Disney, non un film di Tim Burton; è un film con una carica di retorica a buon mercato e buonismo, un film per bambini/ragazzini che non offre niente a chi lo guarda. Le caratteristiche che hanno reso grande il cinema di Burton qui, semplicemente, non ci sono: chi si aspetta un paese della meraviglie oscuro, dark, gotico, psichedelico resterà deluso e verrà assalito da un Paese digitale, plasticoso e finto.
Chi si aspetta una storia intensa, ben narrata, coinvolgente può cambiare film; i personaggi non vengono presentati a dovere, si ha la sensazione di dover andare quasi di fretta, cosa che non accadeva nel cartoon Disney, ad esempio, dove tutti i personaggi bucavano lo schermo, nonostante le brevi apparizioni.
Alice in Wonderland è (quasi) tutto il contrario di quello che mi aspettavo.
Fortunatamente non tutto è male: Danny Elfman fa un lavoro straordinario e scrive una colonna sonora fantastica. Anne Hathaway (la Regina Bianca) mi ha sorpreso, Michael Sheen (il Bianconiglio) e Alan Rickman (il Brucaliffo) sono personaggi azzeccatissimi anche se poco presenti nel film, bravi anche Stephen Fry (lo Stregatto) e Crispin Glover (il Fante di Cuori).
Una nota a parte merita Helena Bonham Carter, la signora Burton è bravissima nella parte della Regina Rossa, porta una ventata di ironia al suo personaggio e illumina una pellicola altrimenti smorta.
E qui finiscono i pregi del film.
Johnny Depp è ormai vittima del suo Jack Sparrow, imbarazzante, a tratti irritante.
Mia Wasikowska è tutto tranne che Alice. Fuori ruolo. Bocciata.
La sceneggiatura ha enormi buchi neri. Linda Woolverton (La Bella e La Bestia, Il Re Leone, Mulan) si è rivelata una scelta fuori luogo.
La regia è monotona e inespressiva: si sente la stanchezza di Burton.
Il film si rivolge inevitabilmente a bambini sotto i dieci anni, se siete più grandi fatevi un favore: andate a vedervi Scorsese.
Nessun commento:
Posta un commento